Fermo restando che con la tutela dei “ragazzi” e delle loro famiglie,
gli impegni si sono moltiplicati nel tempo, nella zona siamo diventati
un punto di riferimento, aumentando così i soci e le loro aspettative.
Per risolvere i tanti problemi esistenti, di cui noi ci facciamo
portavoce presso le autorità, il Comune d’Aprilia decise di istituire
un’Azienda Speciale chiamandola Multiservizi, questa ultima supportata e
consigliata anche dalla nostra associazione, ha per un lungo periodo
fatto avvenire un positivo miglioramento, a quello che l’assistenza
comunale prevedeva a favore dei disabili, trasformando un “Centro Diurno
Disabili” in un “Giardino dei Sorrisi” con una positiva metamorfosi a
tutta l’operatività del complesso.
Oggi l’evoluzione si è arrestata, anzi ha subito un regresso, ciò è
dovuto alla riduzione sia in termini di qualità sia di quantità del
personale e nell’abbandono della maggior parte dei laboratori e degli
obiettivi ricercati.
Tentando di limitare le ricadute negative di questa situazione, sopra
i disabili e le loro famiglie, la nostra associazione si è ulteriormente
attivata: proponendo, supportando e se altra soluzione non era
possibile, gestendo in proprio alcune attività. In questa ottica vanno
viste due decisioni prese:
1.
L’idea da noi lanciata e raccolta da alcuni iscritti, che hanno fondato
una cooperativa chiamata "Le 5 Rondini", per dare una soluzione
ai tirocini mirati, che non vengono più programmati e che in ogni caso,
solo raramente si trasformavano in un reale lavoro, ha già dato i suoi
primi frutti con tanti progetti in fase di realizzazione, ma soprattutto
con l’apertura di una lavanderia a gettone, ormai auto-sufficiente.
2.
Analogamente abbiamo dovuto comportarci, per i corsi di sviluppo ai
“ragazzi” autistici, che erano nati dietro una nostra campagna di
sensibilizzazione e di uno stage professionale rivolto a famiglie ed
addetti, visti i più che positivi riscontri conseguiti, si era
concordato con la Multiservizi, la creazione di corsi appropriati,
quando i tagli fatti sulle relative spese, ne avevano imposto la
chiusura. Il nostro intervento è avvenuto su due direttrici, pressione
sugli organi preposti e contemporanea autogestione, chi conosce le
problematiche poste da questa patologia sa che l’interrompere delle
positive aspettative, getta gli autistici in un grave stato
d’irrequietezza. L’intento era quindi volto a far riprendere l’attività,
senza che gli utenti ne percepissero la prolungata interruzione.
Vista l’estrema precarietà di questa situazione, dopo varie
interruzioni e ripartenze, il corso è ripreso sotto la nostra
supervisione con la gestione della cooperativa "Le
5 Rondini", a cui si è aggiunto un corso ludico formativo,
espressamente richiestoci dagli utenti, per altri 10 “ragazzi” che
fruiscono di vari laboratori, sotto la direzione di una psicologa con
specifiche esperienze, mentre molti altri laboratori ed esperienze
formative sono in via d’approntamento.
Ritardi e interruzioni si sono avuti per l’ippoterapia, anche qui ci
siamo attivati ed attraverso la Coop. Soc “Le 5 Rondini” abbiamo
ripristinato, da prima il trasporto necessario allo svolgimento di
questa attività ed in seguito la gestione di tutta l’attività .
Malgrado il tanto impegno profuso rimane una chimera, la speranza di
piena copertura delle richieste d’accoglimento, come le famiglie
necessitano, eliminando l’attuale lista d’attesa e permettendo a tutti i
diversamente abili d’inserirsi in un processo di sviluppo: intellettivo,
fisico e d’autonomia.
Per le scuole, l’impegno è rivolto verso due fronti, il primo per
l’ottenimento dei diritti, che sanciscono le leggi, attinenti agli
studenti con difficoltà ed un secondo perché i genitori riconoscano i
limiti dei propri figli, senza che questo si trasformi in passiva
rassegnazione, ma al contrario perché trovino la giusta spinta affinché
la scuola sia, così come deve essere, il luogo dove migliori siano le
possibilità di sviluppo e socializzazione per i loro figli e non un
luogo di frustrazione ed emarginazione.
Un discorso a
parte lo merita il “Dopo di noi genitori”, le persone disabili di tutte
le età vivono un rapporto molto forte con i genitori, o con coloro che
si prendono disinteressatamente cura di loro per lungo tempo, facendoli
diventare dei perni fondamentali della loro vita. La scomparsa di queste
figure non solo sconvolge il loro mondo interiore, ma spesso anche
quello esteriore mettendoli nelle condizioni di necessitare di tutto,
anche delle cose più elementari.
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